Pellet italiano vs estero: quale scegliere?

Pellet italiano vs estero: quale scegliere?

L’Italia è il primo consumatore di pellet in Europa, con un impiego di circa 3,5 milioni di tonnellate all’anno.

Un dato interessante che spinge a fare alcune valutazioni di natura pratica per capire come bisogna muoversi per comprare il giusto prodotto dal miglior fornitore. In effetti, abbiamo visto come è possibile risparmiare con il pellet, non solo in termini ambientali, in quanto materiale proveniente da riciclo di biomasse al 100% green, ma anche in termini economici, cominciando ad abituarsi a comprare nelle stagioni calde, facendo scorte per quelle più fredde, e potendo approfittare di importanti agevolazioni fiscali quando si rendono necessarie ristrutturazioni per l’installazione di stufe e termocamini.

Assodato che, generalmente, sarebbe sempre meglio acquistare prodotti italiani, non solo per favorire l’economia del Paese, ma anche per evitare di foraggiare mercati provenienti dall’estero e che quindi, inevitabilmente, inducono ad utilizzare indirettamente degli inquinanti attraverso i carburanti utilizzati per il trasporto, è necessario sottolineare, però, che proprio a causa di questa forte domanda nostrana, la produzione in loco è insufficiente in risposta. Questo accade per almeno un paio di motivi:

  • la produzione del pellet è connessa ad un dispendio di energia; sono necessari, infatti, circa 1MWh di energia termica e 200 kWh di energia elettrica per una tonnellata di prodotto finito, conoscendo bene quanto siano costose queste risorse in Italia (più che negli altri Paesi europei: la nostra nazione è anche il primo importatore di energia elettrica al mondo);
  • la materia prima, da noi, costa di più, spesso anche a causa del fatto che gli addetti ai lavori ne maggiorano il prezzo per far fronte alla crisi del loro settore.

Ne emerge, così, la necessità di dover importare grandi quantità di prodotto anche dall’estero, a patto, ovviamente, che vengano garantite le migliori certificazioni esistenti e che possieda un alto potere calorifico e una bassa percentuale di ceneri, in caso di uso domestico.

Il pellet canadese

L’Italia importa tantissimo pellet dall’est europeo, a causa del fatto che la manodopera, in quei luoghi, è pagata diversamente (con prezzi molto più bassi) , abbattendo i costi di produzione e, quindi, di offerta al pubblico. Nonostante, in molti casi, si tratti di merce di buona qualità, è anche vero, però, che bisogna stare attenti perché è da lì che arrivano anche partite di prodotto sfuggite ai rigidi controlli e riportanti certificazioni ENplus falsificate.

In linea generale, comunque, si dice che il miglior pellet sia quello proveniente dal Canada: da molti anni produttore di eccellenza, infatti, questo Paese assicura ai suoi acquirenti esteri una filiera controllata e di qualità; inoltre, in genere il pellet canadese proviene da materia prima fornita dagli abeti rossi, lavorato, stoccato e trasportato in Europa (o ovunque debba arrivare) su navi con cisterne a umidità controllata.

La miglior produzione che si possa desiderare, insomma, per essere sicuri di portare a casa il prodotto ideale; d’altro canto, migliore è il pellet utilizzato è maggiore sarà la resa, anche in termini di longevità, della stufa!

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