di Michele Manfredi
Il pellet, come sappiamo, è una biomassa che viene ricavata dalla pressatura di scarti di segatura e legno vergine, ottenendo piccoli cilindri che, se incendiati, possono riscaldare grandi ambienti senza inquinare.
Torna utile, però, misurarne l’umidità, perché un prodotto di bassa qualità tende a sgretolarsi e a carbonizzarsi, rivelandosi soltanto una bella beffa ed uno spreco economico.
Le cause di un alto grado di umidità nel pellet possono essere moltissime: un foro in un sacco o anche uno stoccaggio poco attento, magari a contatto con pareti muffose o in zone poco asciutte e ventilate. Ovviamente, c’è anche da considerare il fatto che un pellet di qualità tende a mantenere una percentuale corretta di umidità molto meglio di un prodotto scadente.
Il consiglio, quindi, è sempre quello di informarsi nella maniera corretta, soprattutto prima di effettuare acquisti all’ingrosso importanti.
Ma come si misura, quindi, questa umidità?
Il metodo di misurazione
L’umidità può essere determinata con il “metodo termo-gravimetrico“: la procedura consiste nell’inserire un campione in un recipiente, pesarlo, far evaporare l’acqua presente attraverso il calore e pesare tutto nuovamente. Chiaramente, devono adottarsi vari accorgimenti per poter effettuare una misurazione accurata ed evitare il più possibile ostacoli all’evaporazione. Quali?
Innanzitutto, il recipiente deve essere necessariamente resistente alle alte temperature e non corrodibile; la massa del campione, poi, non deve essere inferiore ai 300 grammi e va inserita nel recipiente facendo particolare attenzione alla superficie occupata, che deve corrispondere ad 1 centimetro quadrato per ogni grammo di campione.
Entrando più nel dettaglio, il pellet deve essere inserito in una stufa ad una temperatura di 105 gradi, avendo cura di far circolare l’aria da 3 a 5 volte all’ora fino all’essiccamento totale. Ovviamente, però, questo risultato avviene con tempistiche diverse a seconda di vari fattori, come il ricircolo dell’aria, la dimensione del campione e della superficie occupata e così via.
L’essiccamento si considera concluso quando, a distanza di 60 minuti dall’inizio del procedimento, la perdita di peso del campione non supera lo 0,2%: a questo punto si può procedere alla pesatura, che deve essere effettuata quando il materiale è ancora caldo, per evitare l’assorbimento dell’acqua da parte dell’ambiente circostante.
La procedura di stima dell’umidità
La procedura per effettuare il calcolo prevede, inoltre, un fattore di correzione che annulli la differenza di peso sia del vassoio che del campione a caldo ed a freddo: l’aria calda, infatti, si muove dal basso verso l’alto e fa diminuire la pressione sul vassoio, rendendolo più leggero del suo peso reale.
La formula che calcola questo valore è la seguente:

dove “m1″ indica la massa del vassoio vuoto, “m2″ quella di vassoio e campione prima dell’essiccamento, “m3″ quella dopo l’essiccamento, “m4″ quella del vassoio di riferimento a freddo ed “m5″ quella del vassoio di riferimento a caldo.
Tutte le masse vengono espresse in grammi.