Stufe a pellet ecologiche: il progetto parte da Udine

Che le stufe a pellet siano un ottimo compromesso per risparmi in bolletta ed in emissioni è oramai noto: sono tantissimi gli italiani che ne installano almeno una in casa per riscaldarsi in maniera ecologica durante l’inverno.

Ma se la tecnologia facesse ulteriori passi in avanti regalandoci dispositivi ancora più ecologici?

Sembra sia proprio quello che sta accadendo con un’azienda udinese che ha fatto della sostenibilità e del design i propri cardini.

Blucomb, la startup vincitrice del progetto “Give me fire”

È notizia degli ultimi giorni che la Blucomb, startup udinese, si è aggiudicata il premio relativo alla prima edizione di “Give Me Fire – Progetto Fuoco European Startup Award“, il premio internazionale dedicato all’innovazione nei settori del riscaldamento e dell’energia green.

Blucomb è anche il nome che l’azienda ha dato al suo bruciatore a microgassificazione per stufe a pellet, studiato per garantire grande efficienza e basse emissioni, suddividendo la combustione in due parti:

  • prima la trasformazione del combustibile in carbone e gas combustibile;
  • poi, la combustione.

Questo anche per evitare di ricorrere all’energia elettrica che, come sappiamo, nelle stufe a pellet ordinarie serve, seppur in piccola parte, per l’accensione.

Carlo Ferrato, fisico e co-founder di Blucomb, ha spiegato: “Il nostro brevetto consiste in una camera di reazione che mette ordine nelle reazioni che ci sono all’interno della combustione. Dividiamo la combustione in due fasi: trasformiamo prima il pellet in carbone e in gas combustibile e, in una seconda fase, trasformiamo il carbone in gas combustibile e cenere. Questo consente di produrre un gas infiammabile che viene poi miscelato all’aria per ottenere combustioni molto pulite rispetto alle stufe a pellet tradizionali, che non differenziano le fasi e bruciano tutto assieme. A differenza di queste ultime, inoltre, Blucomb funziona senza corrente elettrica. Siamo partiti con l’Università di Udine: con il professor Alessandro Peressotti della facoltà di Agraria abbiamo realizzato dei fornelli migliorati per la cottura dei cibi nei Paesi in via di sviluppo. Abbiamo adattato quella soluzione alle stufe domestiche e alle piccole caldaie. Tutti i nostri bruciatori permettono di ottenere combustioni con valori emissivi ottimi, e si possono applicare alle stufe tradizionali migliorandone di molto l’efficienza, grazie all’adattabilità in termini di durata della combustione e di potenza“.

Un bel successo del Made in Italy: sono già parecchie, infatti, le aziende europee produttrici di stufe che hanno scelto di implementare la tecnologia Blucomb.

Un impegno che parte da lontano

La storia della Blucomb parte nel 2012 dai laboratori dell’Università di Udine: il progetto iniziale era realizzare fornelli per la cottura per i cibi nei Paesi in via di sviluppo; i veri “bisnonni” del bruciatore super tecnologico.

L’azienda, infatti, è anche impegnata in Africa: insegna alle popolazioni locali come costruire da sé quel fornello, sfruttando materiali e tecnologie reperibili nelle loro terre, dando una nuova opportunità e nuovi strumenti a chi vive in condizioni di altissima precarietà alimentare, igienica e di salute.

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