Tra i diversi materiali utilizzati per scopi energetici, si può dire che il pellet sia uno dei più recenti (nonostante le scoperte scientifiche abbiano ampliato notevolmente il campo delle possibilità negli ultimissimi anni): esplorando la conoscenza di questo combustibile, cerchiamo di risalire alle origini, approfondendo la sua storia.
Le origini
La nascita del pellet, come tecnologia di compressione, avviene in tutt’altro campo, ossia quello del mangime per gli animali. Il pellet di legno, invece, nasce (secondo più fonti) nel 1973, quando, correlatamente alla crisi energetica mondiale legata al petrolio, un ingegnere negli Stati Uniti utilizzo questa tecnologia come combustibile.
Pensato inizialmente per scopi industriali, divenne presto utile per le caldaie domestiche che iniziavano a diffondersi, portando alla costruzione di oltre 30 fabbriche addette alla creazione del pellet nel nord America.
In Europa, e in Italia, il pellet è arrivato successivamente: per molti anni la segatura era stata utilizzata per costruire pannelli utili al mercato dei mobili, ma quando le vendite si arrestarono, si iniziò a smaltirla come combustibile variando molteplici soluzioni.
I vantaggi
Fino agli anni 2000, quello del pellet è rimasto un mercato di nicchia. Con la diffusione della produzione, il prezzo si è abbassato notevolmente, diventando una soluzione alla portata di tutti.
L’altro aspetto che lo favorisce è quello ecologico: la sua combustione emette nell’atmosfera la stessa Co2 sottratta dalle piante durante la sua crescita, al contrario dei combustibili fossili estratti dal sottosuolo.
Infine, l’aspetto logistico: il pellet è facile da trasportare, semplice da immagazzinare e riesce a mantenere le sue proprietà a lungo nel tempo.
Il pellet è solitamente prodotto dagli scarti della lavorazione dell’industria del legname, generalmente trucioli o segatura, andando a riciclare materie prime che altrimenti andrebbe perduto, ma tutte le componenti elencate hanno permesso a questo mercato di ottenere sempre più consensi e maggiori richieste, al punto che si è arrivati a produrlo direttamente dagli alberi.
Il mercato
Negli anni l’Europa ha superato l’America come principale produttore di pellet, oltre ad essere anche il maggior consumatore (con una stima di circa 20 milioni di tonnellate l’anno). Gli italiani continuano a preferire la legna, ma apprezzano anche i preziosi cilindri, con un consumo annuo di oltre 3 milioni di tonnellate.
Grazie anche ai bonus introdotti per intervenire nel campo dell’efficientamento energetico, è facile prevedere un ulteriore passo in avanti per questo mercato che in meno di 40 anni di storia del pellet è riuscito ad affermarsi e consolidare la sua posizione.