Presidente UNCEM: non bisogna demonizzare pellet e legna

Le nuove discipline regionali messe in atto a fine 2018 fanno ancora discutere: Emilia e Piemonte, infatti, hanno già dato lo stop al pellet a tre stelle, ispirate da Lombardia e Veneto che avevano già stabilito sanzioni fino a 500 euro per chi possedesse in casa dispositivi ritenuti non efficienti/sostenibili/certificati.

Una posizione che non è vista di buon occhio non solo dai diretti utilizzatori, ma anche dallo stesso Presidente UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) Marco Bussone, preoccupato per la demonizzazione di biomasse come legna da ardere e pellet che potrebbero, invece, risolvere in maniera egregia la questione riscaldamento, optando per i giusti dispositivi in commercio (e per una facilitazione del passaggio dai vecchi ai moderni impianti).

I Comuni non metanizzati: troppo spesso dimenticati

Quando si pensa a come amministrare e regolamentare la frenetica, caotica – e comoda – vita di città, molto spesso si dimentica di considerare il fatto che esistono migliaia di Comuni italiani che non rispondono alle stesse esigenze e che, quindi, non dovrebbero conformarsi allo stesso tipo di normativa stabilita per le metropoli.

Sono circa 1800, ad esempio, i Comuni non metanizzati, dove fornire un appoggio per un tipo di riscaldamento autonomo indipendente tramite biomasse pellet/legna sarebbe doveroso. Invece, come ha ribadito Bussone, gli abitanti di questi territori rurali finiscono per soccombere ed essere presi in giro da quelle stesse norme che, in teoria, vengono stabilite proprio in tema inquinamento ed emissioni.

Abbiamo sancito a Dicembre un accordo con Aiel (Associazione italiana Energie Agroforestali) – ha commentato –, per spiegare che i nuovi apparecchi, domestici e non, a legna e pellet, devono essere ad alto rendimento e basse emissioni, impiegare combustibili legnosi di qualità certificata, prevedere installazioni e manutenzioni a regola d’arte. Come scrivono Legambiente e Aiel, il legno è una risorsa irrinunciabile e rappresenta un terzo delle energie rinnovabili in Italia. Insieme a eolico, fotovoltaico, idroelettrico e solare contribuisce in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi europei che, per il 2030, si  prefiggono di raggiungere il 32% di produzione di energia da fonti rinnovabili. Vogliamo, però, garantire una migliore qualità dell’aria attraverso una strategia di rottamazione delle vecchie stufe obsolete con le nuove tecnologie, che riducono le emissioni nocive fino all’80% (…) Demonizzare il legno, senza spiegare nel dettaglio cosa prevedono le normative regionali su impianti e materie prime, è assurdo. Piuttosto le Agenzie regionali per l’Ambiente lavorino con noi per creare una nuova cultura tra gli utenti e per sensibilizzare la politica nel mantenere, ad esempio, Conto termico ed Ecobonus, promuovendo la gestione forestale attiva, con certificazione dei prodotti estratti e degli impianti termici ovvero cogenerativi, come ci insegna Aiel“.

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