Perché si chiama pellet?

Ci sono termini che sono entrati nel nostro quotidiano in maniera così naturale che sembra “abitino” il nostro vocabolario da sempre.

In realtà non è proprio così: d’altro canto, il pellet è una invenzione piuttosto recente e fino ad una cinquantina di anni fa questa parola non esisteva nemmeno! Le prime stufe, anzi, sono state realizzate in Canada soltanto negli anni ’90 con un perfezionamento (soprattutto riguardo le materie prime da riciclare e pressare) che sarebbe arrivato più tardi dall’Austria. Ma qual è, allora, l’etimologia di questa parola?

Le particolari origini del pellet

USA, anni ’50.

Un venditore di mangimi per animali cerca la soluzione migliore per la realizzazione dei suoi prodotti, poiché i suoi dipendenti fanno una gran fatica a miscelare i vari ingredienti insieme (mais, fieno, orzo, altri cereali, carni etc) per creare l’amalgama perfetto. Comincia, così, a pressare tutto e a spezzettare il risultato di questa operazione, ottenendo una miscela molto densa, concentrata in “cilindretti“, facili da trasportare e conservare, utili per un bel risparmio economico degli allevatori ed anche per dosare al meglio le razioni di cibo.
Non poteva saperlo, ma è stato proprio così che, per una strada un po’ trasversale, è cominciata l’era del pellet.

Facciamo un balzo in avanti di vent’anni.

Negli anni ’70, una tremenda crisi energetica costringe molte famiglie ad abbandonare le automobili (a causa dei rincari proibitivi dei carburanti) e a fronteggiare un’emergenza senza pari che prospetta scenari distopici per l’immediato futuro. È proprio in questo periodo che un giovane ingegnere americano mette al lavoro la sua inventiva tecnica e creativa per “rubare” ed imitare l’idea del venditore di mangimi d’animali in questo nuovo campo: così, pressa degli scarti di legno e crea il primo pellet biocombustibile. Questa strana parolina, insomma, indica la forma dei cilindretti, la “pellettizzazione”, appunto, non le materie prime di cui sono composti!
Questa prima concezione di pellet venne parecchio utilizzata a livello industriale: si riciclavano materiali di scarto e, contemporaneamente, si riusciva a lavorare attraverso una nuova risorsa di energia; non c’era grande qualità ma si tamponava in maniera ecologica ed incredibilmente economica una questione parecchio urgente.

Gli anni ’80 hanno visto la nascita delle prime fabbriche dedicate alla produzione dei miracolosi cilindretti di legno pressato (in USA e Canada) e il resto, come si suol dire, è storia!

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