Pellet per barbecue: scopriamolo insieme!

Quella del pellet è una generazione di biomassa in continua evoluzione: più viene adottata come soluzione per la vita quotidiana dei consumatori e più se ne studiano qualità, migliorie e materie prime per ottenere il prodotto non solo più sicuro, ma anche altamente performante con il minimo della spesa ed il massimo dell’ecosostenibilità.

Tutto questo, però, non riguarda solo il settore del riscaldamento. Il pellet, infatti, non viene comprato soltanto nelle stagioni invernali e non sempre gli acquisti estivi hanno esclusive mire di risparmio: negli USA, ad esempio, è nato un particolare tipo di prodotto collegato alla cucina, un vero e proprio pellet da barbecue che sta trovando grande successo; in Italia questo tipo di mercato va molto più a rilento, un po’ perché non c’è ancora alcuna normativa che stabilisca come dovrebbe essere forgiato un pellet di questo tipo ed un po’ perché, erroneamente, siamo abituati al concetto di “legna che brucia” per cucinare tantissimi cibi, dalla pizza al pane (nei forni a legna), per cui non ci si è posti granché il problema di utilizzare prodotti destinati alle stufe come “carburante” per i barbecue; ma c’è tanto da sapere e da valutare, per non rischiare la salute.

Pellet per barbecue: in cosa dovrebbe differire?

È risaputo, in realtà, che il fumo generato da legna ardente costituisca un rischio, per cui un prodotto ad hoc e realmente sicuro andrebbe studiato appositamente per differire da quello utilizzato per il riscaldamento in stufe chiuse ermeticamente, votate solo a diffondere calore all’interno degli ambienti.
Non basta, infatti, che sia garantita l’assenza di materie prime trattate chimicamente (come già accade di norma), ma andrebbero ricercate le certificazioni più adatte a stabilire quali cilindretti siano più appropriati per alimentare una griglia (e non una stufa!) a pellet. Inoltre, non è un segreto che ogni essenza di legno sia in grado di fornire agli alimenti affumicati un aroma diverso: anche questo dovrebbe far parte di una proposta completa e coerente.
Insomma, prima che questo tipo di prodotto diventi davvero mainstream, anche in Italia, molto probabilmente verranno stabilite delle normative e delle regolamentazioni che consentano ai consumatori di comprare prodotti sicuri, certificati e, soprattutto, con cognizione; tutto questo non può che passare anche da una buona informazione al riguardo.
Non ci resta che attendere nuovi sviluppi.

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