Pellet o metano? 

Da quando il pellet è entrato in scena nella questione riscaldamento domestico, molte famiglie si stanno interrogando su quale strada sia più conveniente, in termini di qualità/prezzo, per la gestione della propria casa.

Sicuramente c’è da tener presente che l’Italia è divisa in 5 macro-aree (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, isole) all’interno delle quali i prezzi subiscono oscillazioni anche importanti; inoltre, anche la stagionalità rappresenta un elemento cardine su cui si aggancia una variabilità notevole dei costi delle stesse materie prime. In linea generale, però,è possibile fare dei calcoli orientativi che possono esse d’aiuto per tutti. Cerchiamo, quindi, di fare il punto della situazione.

Una stima orientativa

Se in territori rurali non metanizzati può sorgere spontaneo chiedersi “meglio legna da ardere o pellet?“, in tutti gli altri contesti, invece, sarà il raffronto con il metano a desiderare una risposta più o meno universale, sempre mantenendoci su considerazioni generali visto che i costi potrebbero variare a seconda delle zone di approvvigionamento.

Partiamo considerando una caldaia a pellet di ultima generazione ed una a metano.

Prendiamo come consumo medio stagionale 200 sacchi di pellet da 15 chili, con un costo orientativo di 5 euro cadauno: arriviamo, quindi, ad una spesa complessiva di 1000 euro. Il potere calorifico medio è di 5 Kwh per chilogrammo con un rendimento della caldaia che può sfiorare anche il 95%: di conseguenza, ogni chilo di pellet rende circa 4,75 Kwh. Essendo il fabbisogno di pellet costituito da 3000 chili (200×15), moltiplicando per il rendimento otteniamo un fabbisogno totale energetico di 14250 Kwh per stagione.

Andiamo ora a considerare i dati relativi alla caldaia a condensazione.

Il rendimento è più alto, un bel 98%: ogni metro cubo di metano (valore universale) rende 9,94 Kwh per cui, moltiplicando questo valore per la percentuale di rendimento, si scopre quanta potenza si riesce a sviluppare (cioè 9,74 Kwh per metro cubo). Il fabbisogno stagionale calcolato in precedenza, diviso per questo valore, ci dà il numero di metri cubi di metano necessari: si arriva a 1463 metri cubi, cioè ad una spesa (moltiplicando per il prezzo del metano medio, che è di circa 1,10 euro al metro cubo) di 1609 euro.

Insomma, a parità di fabbisogno energetico è evidente che l’utilizzo di una caldaia a pellet assicuri non solo un sistema di riscaldamento più ecosostenibile, ma anche più economico, con un risparmio netto di circa 600 euro per stagione!

Casi particolari

Ovviamente, come abbiamo anticipato, non tutti questi prezzi sono costanti nelle varie aree italiane: addirittura si può arrivare ad un gas metano fornito per 80 centesimi al metro cubo ma, anche in quel caso, si supererebbero i costi relativi al pellet di quasi 200 euro; inoltre, se da un lato è fondamentale ricordare che una stufa a pellet richiede sicuramente una manutenzione più specifica e regolare di un impianto a metano, dall’altro non bisogna dimenticare che una fornitura prestagionale potrebbe consentire dei risparmi addirittura superiori e, perciò, una convenienza ancora maggiore.

Insomma, vivere sostenibile, in questo caso, conviene!

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