Pellet: la certificazione ENplus

Abbiamo parlato tante volte di pellet e sicurezza, poiché soltanto i cilindretti certificati garantiscono alta qualità e, soprattutto, vera biomassa sostenibile.

Ricordiamo, infatti, che questo combustibile ecologico per stufe e forni viene realizzato in gran parte riciclando legno grezzo e segatura, a patto che la materia prima, però, non sia stata in nessun modo trattata chimicamente e risulti, quindi, innocua alla combustione sia in contesto di riscaldamento che di cottura di cibi.

Tra tutte le certificazioni riscontrabili sulle confezioni di pellet, però, in Italia ed Europa quella sicuramente più importante è quella denominata dalla sigla ENplus: cerchiamo di capirci di più.

ENplus: garanzia di una filiera controllata e sicura

La certificazione ENplus viene rilasciata dal Deutsches Pelletinstitute (Germania) e affonda le radici nella normativa tecnica europea.

L’ente, in sostanza, si occupa di assicurarsi che l’intera filiera di produzione del pellet sia stata controllata e che i cilindretti prodotti rispettino determinati parametri, non senza verifiche annuali che facciano luce, con regolarità e costanza, sull’intero processo di fabbricazione.

In particolare, la ENplus divide i pellet in tre classi di qualità, differenti a seconda della materia prima utilizzata per la forgiatura:

  • ENplus A1: pellet di alta qualità, con un residuo ceneri inferiore allo 0,7% (tronchi, sottoprodotti e residui della lavorazione del legno);
  • ENplus A2: pellet di qualità inferiore, con un residuo ceneri inferiore all’1,5% (alberi interi e senza radici, sottoprodotti e residui della lavorazione del legno, tronchi, residui di lavorazione forestale);
  • ENplus B: pellet di scarsa qualità, per utilizzo industriale (boschi, piantagioni e altro legno vergine, sottoprodotti e residui della lavorazione del legno, legno usato).

Ovviamente, questa certificazione è gestita anche attraverso le varie associazioni nazionali riunite nell’EPC (European Pellet Council; per l’Italia, è l’AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) quella di riferimento: nell’ente sono inglobate, infatti, tutte le imprese produttrici e distributrici certificate ENplus. L’intenzione, quindi, è ottimizzare sempre di più la filiera, promuovendo soltanto aziende certificate e contrastando usi fraudolenti del marchio di qualità.

Ma come mai tanta attenzione ai controlli?

Una questione di sicurezza

Sono sempre di più le famiglie che scelgono di riscaldarsi in inverno con un dispositivo che bruci una biomassa ecologica, economica e proveniente da operazioni di riciclo; il fatto che il pellet sia entrato nelle case di tantissimi, però, ha portato al prevedibile problema della “imitazione”: parliamo, cioè, di prodotti non sicuri, che apportano sulle confezioni false certificazioni, che non sarebbero in grado di passare i controlli di sicurezza e che potrebbero essere, quindi, nocivi per la salute.

Per andare sul sicuro e identificare subito gli impostori basta controllare se accanto al logo del marchio sia presente anche il numero identificativo dell’azienda produttrice, formato dal codice del Paese produttore (IT per l’Italia) e seguito da tre cifre.

Tra l’altro, il sito ENplus fornisce anche un comodissimo vademecum per verificare la corrispondenza tra codici e produttori e importatori, con tanto di blacklist annessa. Insomma, in pochi click è possibile portare a casa un prodotto sicuro senza troppe preoccupazioni!

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