Pellet in Italia: Gaeta tra i principali hub del centro-sud

Buone notizie per Gaeta.

Il comune laziale, infatti, è in lizza per diventare il principale hub nazionale per la distribuzione del pellet in tutta l’area centro-sud del Paese (e non solo). Merito di una serie di fattori che si sono intersecati e hanno reso possibile un’evoluzione di questo tipo. Analizziamoli al microscopio.

Intergroup e MyFire: le due protagoniste

Per chiarirci le idee su quello che sta succedendo dobbiamo andare ad esplorare i profili delle aziende protagoniste di questa vicenda: la Intergroup e la MyFire.

La prima è una realtà di logistica integrata, fondata nel 1986, con sede nella capitale e presente sul territorio nazionale con 2 Terminal portuali e 7 piattaforme logistiche (tra cui, appunto, Gaeta), mentre la seconda è un’azienda italiana nata nel 2014 che si occupa di importare, confezionare e distribuire pellet da riscaldamento in tutta Italia: il legame tra le due è una partnership avviata proprio per dare un boost alla distribuzione.

La biomassa transita inizialmente via bulk e viene, poi, pallettizzata nei principali porti italiani (incluso quello di Gaeta). L’obiettivo è ampliare gli orizzonti da ambo le parti: Intergroup ha aperto già da un paio di anni anche una sede londinese e mira ad espandersi nel Regno Unito; un passo che è stato possibile anche grazie ai successi conquistati in Italia: proprio la sede di Gaeta, infatti, è stata premiata per l’intenzione di fare innovazione nel settore industriale della logistica, investendo anche per migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti e creare occupazione regionale. MyFire, invece, è una realtà più recente e mira a diventare leader del centro-sud per la distribuzione dei cilindretti di legno, avendo inaugurato anche un magazzino in Canada per lo stoccaggio di grandi quantità (si parla di oltre 20mila tonnellate garantite e pronte da caricare per tutti i mesi dell’anno) che vengono, poi, trasportati via mare fino in Italia.

Il gruppo ha cominciato a creare, così, una nuova geografia dal sapore internazionale, acquisendo anche la neozelandese Global Renewables con i suoi terminal nei porti Oristano e Cagliari e i suoi marchi: il porto di Gaeta (e non solo), così, si è specializzato nella gestione degli arrivi di materiale sfuso.

Come? Attraverso “Frieda“; una nave bulk (in italiano nota come portarinfuse) della capacità di 10mila tonnellate, progettata proprio per trasportare prodotti non-liquidi e non raccolti in container o pallet che è solo la prima di tutta una serie di motonavi previste per il periodo autunnale/invernale (il più “caldo” dal punto di vista della richiesta di pellet per riscaldamento).

La lavorazione del prodotto

Ma dove viene lavorato il prodotto che trasporta Frieda?

Si tratta, come anticipato, di in un nuovo impianto di produzione del wood pellet, costato oltre un milione di euro, sito nel porto di Gaeta: è il primo a carattere nazionale ad ottenere la certificazione ENplus A1, di cui abbiamo parlato spesso in quanto sinonimo di sicurezza e qualità dei prodotti acquistati. Questo Warehouse funzionerà come una piattaforma distributiva per tutto il centro-sud del Paese.

Una bella soddisfazione.

 

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