Pellet di castagno: perché usarlo

Il pellet è una biomassa sempre più utilizzata nelle case delle famiglie di tutto il mondo, non solo perché le stufe adibite a bruciarlo rappresentano un’alternativa maggiormente ecologica e a bassi consumi rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, ma anche perché può alimentare forni, cucine, termoimpianti e persino sistemi industriali.

Insomma, nell’ottica di perseguire gli obiettivi europei che puntano alle emissioni zero per il prossimo futuro, è una delle strade che sempre più persone, aziende ed imprese stanno valutando ed accogliendo.

Proprio per questo, si è cominciato a studiare come cambia la sua resa adoperando diverse essenze legnose: i cilindretti, infatti, come sappiamo sono il risultato di una pellettizzazione di scarti di legno, segatura e cippato – rigorosamente non trattati chimicamente – e spesso, quindi, si ritrovano ad essere un mix di più materie prime differenti; la rivoluzione del settore sta consistendo, perciò, nel dare vita a prodotti differenti con “singoli” ingredienti, da cui il pellet di mais, di sansa, di glicerolo, di paglia, di faggio e/o abete, di conifera e di tante altre essenze di cui abbiamo parlato nel corso di questi anni.

Oggi ci concentreremo, invece, sulla proposta a base di castagno che ultimamente sta interessando il mercato e collezionando molti consumatori felici.

 

Pellet forgiato in legno di castagno

Il legno di castagno è considerato un’essenza molto pregiata in ambito di falegnameria, poiché si presta alla realizzazione di moltissimi oggetti, suppellettili e mobili di incredibile bellezza e resistenza contemporaneamente essendo molto leggero e versatile, rendendosi adatto per diverse tipologie di lavorazione.

Ma sono altre le qualità che hanno solleticato la curiosità dei produttori di pellet:

  • l’ottimo rapporto qualità/prezzo;
  • la resistenza all’umidità che, come sappiamo, è fondamentale in contesto di combustione poiché garantisce un’ottima resa in calore e facile accensione.

Certo, anche in questo caso ci sono dei piccoli inconvenienti di cui necessariamente tener conto: infatti, il castagno possiede un alto quantitativo di tannino, che non è l’ideale da bruciare ma che, fortunatamente, può essere estratto con un processo chiamato, appunto, detannizzazione, che precede la lavorazione insieme alla stagionatura, ovviamente, e alla scortecciatura; soltanto dopo tutte queste fasi può avvenire la pellettizzazione del legno di castagno, ma i produttori assicurano che ne vale assolutamente la pena!

In effetti, questa qualità di pellet non è di quelle ancora massivamente prodotte e risulta, ad oggi, abbastanza rara e innovativa: chi l’ha provata, però, non l’ha abbandonata più, ritenendola addirittura superiore a tutte le altre precedentemente testate.

 

E voi, avete mai provato il pellet di castagno?

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