Earth Overshoot Day: cos’è e perché è così importante

Cosa significa vivere davvero in maniera ecosostenibile?

Sfruttare al meglio tutte le risorse rinnovabili che il pianeta Terra ci mette a disposizione, cercare di ridurre al minimo possibile le emissioni inquinanti nell’atmosfera, evitare sprechi: insomma, consumare in maniera consapevole in qualunque ambito o settore, per far sì che la nostra “impronta ecologica” (la cosiddetta “Global Footprint” che può essere calcolata sul sito ufficiale dell’omonima organizzazione no profit) sia sostenibile e non provochi danni né prosciughi la presenza di alcuna materia prima.

Dagli anni ’70, proprio con questo obiettivo, si sta calcolando l’Earth Overshoot Day, cioè il rapporto tra la biocapacità del pianeta (l’ammontare di tutte le risorse che è in grado di generare annualmente) e l’impronta ecologica dell’umanità (la nostra richiesta annuale di risorse): il risultato è la parte temporale dell’anno solare per la quale le risorse riescono a provvedere al nostro fabbisogno. Il problema è che, sin da subito, è apparso evidente che fosse necessaria “più di una Terra” per esaudire tutte le nostre richieste: nel 1971 l’Overshoot Day è caduto il 23 Dicembre, sforando soltanto dello 0,3%, ma man mano questa data è retrocessa sempre più, conoscendo delle fasi abbastanza stabili anche lunghe 10 anni, e poi, purtroppo, il disastro esponenziale del nuovo millennio. Perché se nel ’99 l’EOD è caduto nel 30 Settembre, nel 2009 avevamo già perso più di un mese di tempo (20 Agosto) e, quest’anno, ancora un altro (29 Luglio).

Un’escalation decisamente preoccupante: ad oggi, sarebbero necessari quasi 2 pianeti per soddisfare le nostre esigenze (1,72): la stima più catastrofica di sempre.

Le soluzioni

Non esiste un’unica soluzione per quest’incombenza così grave; esiste, però, uno stile di vita da abbracciare, che può essere davvero utile, soprattutto visto in larga scala.

Tutti, nessuno escluso, dovremmo imparare ad ottimizzare le nostre risorse, a riciclare e riparare piuttosto che “buttare e comprare”, a costruire alloggi sempre più ecocompatibili, a dotare casa ed ufficio di impianti che siano in grado di riscaldarci, raffrescarci, darci acqua calda e illuminare i nostri ambienti attraverso l’impiego di risorse rinnovabili, abbandonando il petrolio e il nucleare (nonostante in Italia non esistano centrali nucleari, infatti, il nostro Paese importa corrente elettrica dall’estero, oltre a fare largo impiego di combustibili fossili; ecco spiegato anche perché abbiamo le bollette tra le più salate del continente).

In quest’ottica, installare in casa una stufa a pellet risulta un’ottima strategia per ottenere ambienti confortevoli e perfettamente riscaldati in inverno, bruciando una biomassa che genera zero emissioni: un vantaggio non solo per l’ambiente, ma anche per il portafoglio, visto il risparmio stimato che questo tipo di conduzione domestica apporta, soprattutto quando si riesce a differenziare l’utilizzo del calore anche per cucinare, ad esempio, nelle stufe dotate di vano forno, o per l’acqua calda, mettendo in comunicazione l’impianto con quello idraulico.

L’obiettivo è diventare un popolo sempre più attento e consapevole per migliorare le condizioni del pianeta – o almeno fermare questa forte emergenza – e, quindi, la qualità della vita di tutti noi.

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