Distributore automatico di pellet: il futuro del settore?

C’è un interessante progetto milanese che sta coinvolgendo anche altre città del nostro Paese.

Si tratta del DAb, un distributore automatico di biomasse nato per poter soddisfare le richieste dei clienti h24 e 7 giorni su 7, senza dover necessariamente passare per consegne a domicilio o orari di apertura di negozi e uffici.

Ma come funziona e di cosa si tratta esattamente?

E, soprattutto, può davvero rappresentare il futuro del settore?

Un progetto ambizioso

Lorenzo Guglielmetti, imprenditore e titolare della società che porta avanti il tutto, ha l’unico obiettivo di far incontrare la domanda con la richiesta nella maniera più naturale, ecologica ed economica possibile.

L’idea è rendere reperibili le biomasse (e non solo, quindi, il pellet) a chiunque ad un prezzo competitivo e in una proposta di vendita completamente nuova, basata sulla libertà e l’automazione che molte altre categorie e prodotti del mercato stanno pian piano utilizzando (basti pensare alle “Case dell’acqua”, ai distributori di farmaci o di tabacco e tanto altro).

Chi investe – il target di riferimento sono le attività commerciali e i privati interessati al business – ammortizzerà i costi della spesa iniziale in poco tempo e, dall’altro lato, chi compra sarà libero di farlo in qualsiasi momento dell’anno e della giornata, muovendosi in completa autonomia. D’altro canto, il pellet e tutte le fonti di energia “pulita” stanno cominciando a dominare i mercati mondiali, anche grazie alle direttive europee (e non solo) in tema ambientale che vietano – o vieteranno – l’approvvigionamento da fonti non rinnovabili. Nasce quindi l’esigenza di proporre qualcosa di comodo e fruttuoso per tutti.

In particolare, il distributore può essere gestito da remoto (attraverso un pc, un tablet o uno smartphone) in tutte le operazioni di programmazione, manutenzione, controllo contabile, prelievo di denaro e persino di gestione clienti, con l’appoggio del centro di assistenza e la ricezione automatica di un report di tutte le operazioni da effettuare o già effettuate.

Si potrebbe pensare che questo standard potrebbe rovinare la compravendita “regolare”, ma l’obiettivo è, piuttosto, di lasciare le aziende libere di diversificare le proprie entrate e, ovviamente, i propri investimenti creando – a detta di Guglielmetti – un reddito alternativo. La buona notizia è che il DAb rientra nel Decreto Industria 4.0., dando l’opportunità di accedere, quindi, ad agevolazioni fiscali importanti.

I macchinari sono pensati per essere installati in aree pubbliche e private (parchi cittadini o parcheggi di centri commerciali, per dirne un paio) e, per evitare concorrenza sleale, ognuno viene fornito in esclusiva territoriale. Inoltre, il business si può diversificare anche attraverso l’inserimento di spazi pubblicitari oppure l’affiancamento di altri distributori (come quelli per l’acqua).

I consumatori, dall’altro lato, potranno utilizzare dei sacchetti speciali (o dei propri contenitori) per collezionare la biomassa scelta e potranno pagare comodamente in qualunque forma, compresa la carta regionale dei servizi (la tessera sanitaria) che può essere ricaricata diventando a tutti gli effetti una prepagata.

Le prospettive

A pochi mesi dal lancio del progetto, le prospettive sembrano incoraggianti: “Sono molto soddisfatto: in pochi mesi il numero di richieste è lievitato e le macchine già installate stanno lavorando davvero molto, tanto che numerosi clienti che hanno già acquistato un DAb ne hanno ordinati altri. Anzi, per andare incontro alla sempre maggiore domanda ci siamo dotati di una rete di agenti in molte regioni d’Italia che non solo presentano la macchina a chi desidera informazioni, ma nel caso di acquisto seguono tutta la burocrazia come, ad esempio, le richieste di suolo pubblico o, nel caso di finanziamento, mettono in contatto l’acquirente con le società di leasing, nostre partner. Il nuovo titolare del distributore, in questo modo, è liberato da incombenze burocratiche oltremodo scomode visto che ce ne facciamo carico noi” ha riferito l’imprenditore lombardo, sottolineando che pensano anche già ad una futura espansione oltreconfine.

Non resta che attendere ulteriori sviluppi.

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