Costo pellet: scopri come sarà nel 2019

Secondo stime ufficiali AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali), gli italiani si posizionano al primo posto tra i consumatori di pellet non solo a livello europeo, ma addirittura mondiale: un dato che si è scoperto semplicemente analizzando la quantità di stufe e di materia prima acquistate annualmente (solo nel 2016, parliamo di oltre 3 tonnellate).

Il pellet piace perché è facile da stoccare, economico – specialmente comprando all’ingrosso in comodi acquisti prestagionali – ma soprattutto ecologico, in quanto biomassa a tutti gli effetti lavorata riciclando scarti di legni, segatura e falegnameria in generale.

Convenienza tutto l’anno

Quando si parla di pellet, tra l’altro, un po’ come accade anche con la legna da ardere, si deve tener presente che si tratta di biomasse che possono rendersi utili tutto l’anno, non solo per il riscaldamento invernale, quindi: basti pensare agli utilizzi in cucina, con i forni a legna o a pellet ,o a quelli relativi al riscaldamento dell’acqua, con le termostufe e i termocamini.

Insomma, se è vero che i prezzi, come per tutte le risorse legate al riscaldamento domestico, aumentano in inverno e sono più accessibili d’estate, è in ogni caso utile calcolare stime relative ai vari periodi, cercando di fare un po’ di previsioni per l’anno in corso, anche se la fase più dura e rigida a livello meteorologico è appena passata.

L’AIEL ha sottolineato come nel trimestre Agosto-Ottobre 2018 il pellet si sia rivelato, ancora una volta, estremamente conveniente rispetto alle alternative tradizionali, posizionandosi tra la legna da ardere ed il metano, in una classifica che vedeva ai primi posti il gasolio, più caro di qualsiasi altro combustibile e oltretutto meno ecologico.

Naturalmente, come abbiamo anticipato, per la stagione fredda i costi sono fisiologicamente aumentati, ma la convenienza è rimasta: un appartamento di 100 MQ dotato di caldaia a pellet, infatti, si è stimato sia riscaldabile con circa 850 euro stagionali, totale che va dimezzato se, invece, l’abitazione è equipaggiata solo con una stufa che si aggiunge ad una tradizionale caldaia a gasolio o a metano. Il risparmio va dal 7 al 25%, numeri che diventano certezze ancora più importanti se si fa un calcolo totale anche delle agevolazioni fiscali che si possono ricevere, ad esempio, grazie al Conto Termico 2.0 che va in soccorso di una installazione di questi dispositivi in casa che ne migliorano la classe energetica (e, quindi, valorizzano anche l’intero immobile).

È logico, però, pensare che, con la diffusione di questo tipo di combustibile organico, anche le aziende produttrici del settore aumenteranno, dando vita a prodotti sempre più “vicini” (l’ideale, in ottica ecologia, è proprio procurarsi quelli a chilometri zero) e di migliore qualità, inserendosi nel mercato e diventando leva intorno alla quale scenderanno i prezzi per naturale competitività.

Infine, c’è un altro aspetto che va tenuto in considerazione: in ambiti amministrativi si parla già da tempo di detassare il pellet con un’IVA al 10% (quella odierna è del 22%). La Legge di Bilancio 2019, però, non ne fa menzione, al momento nulla è cambiato.

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