Come si calcolano i consumi della stufa a pellet?

Abbiamo visto quanto sia vantaggioso, per il portafoglio e per il pianeta, riscaldare gli ambienti di casa (e perché no, anche d’ufficio) con il pellet, organizzandosi per tempo con convenienti acquisti prestagionali e controllando sempre la presenza delle certificazioni necessarie.

Ma come bisogna regolarsi per calcolare il quantitativo di prodotto da procurarsi ogni anno? Che spesa bisogna preventivare, di volta in volta?

Ecco che diventa importante capire non solo come ottimizzare gli acquisti (e l’utilizzo stesso della stufa), ma anche come calcolare i consumi relativi agli specifici ambienti che si ha bisogno di riscaldare.

Ottimizzare i consumi

Per evitare sprechi, è importante controllare che la stufa sia messa in funzione sempre al meglio delle proprie performance: innanzitutto, l’installazione va affidata ad un professionista che si occupi di evitare future dispersioni e che rilascerà una documentazione proprio relativa ai consumi del dispositivo appena installato; inoltre, ambienti isolati dall’esterno (o, ad esempio, da tubature dell’acqua interne) aiutano a risparmiare, perché trattengono il calore; infine, qualità della stufa e del pellet che si sceglie di utilizzare sono fondamentali per una resa ottimale, ricordando anche che, ovviamente, in stagioni molto fredde la quantità di calore da generare aumenta e, quindi, andrà preventivato un consumo più alto, seppur a tempo determinato.

In genere, per auto-regolarsi, si può tenere presente che molte stufe moderne sono tarate per bruciare 15 Kg di prodotto (dal costo di circa 3,50 euro) nell’arco di 12 ore consecutive, per cui basterà moltiplicare per il lungo periodo per ottenere un totale orientativo. Una indicazione preziosa si trova sempre anche sulle stesse confezioni, dove viene riportato il potere calorifico del pellet acquistato.

Ma biomassa e modello di stufa non sono in grado di aiutarci a calcolare anche i consumi elettrici che, ovviamente, vanno previsti per una stima effettiva globale. Vale, quindi, la pena chiedersi: quanto consumerà la stufa in bolletta?

Consumi globali

Fortunatamente, l’energia elettrica serve solo per innescare l’accensione: questo significa che i consumi relativi saranno davvero irrisori; si tratta, infatti, di una cifra orientativa di circa 12 euro all’anno, a cui va aggiunto, ovviamente, il totale previsto per l’acquisto del combustibile che, secondo le stime precedenti, si aggira intorno ai 740 euro. Naturalmente, il tutto considerando anche il tipo di contratto che si possiede (monoraria o bioraria), avendo cura di assottigliare il numero di accensioni e di calcolare la propria presenza in casa anche in eventuali giorni festivi o del weekend (in cui i consumi sono più bassi).

A questo proposito, può essere utile ricordare che esistono anche alcune stufe di ultima generazione in grado di misurare la temperatura interna e di accendersi in automatico, soltanto quando strettamente necessario.

In ogni caso, ambiente per ambiente, edificio per edificio, è possibile affidarsi anche ad una formula praticamente universale per ottenere un calcolo più preciso: è necessario possedere, a tal proposito, le dimensioni della propria abitazione ed il coefficiente termico di zona (35 per quelle temperate, 40 per le fredde).

Moltiplicando tra loro altezza e superficie dell’ambiente da riscaldare e, ancora, per il coefficiente termico, si ottiene un valore in chilocalorie che andrà, poi, diviso per il coefficiente (il numero 862) che consentirà il passaggio in chilowattora .

Un calcolo più semplice può essere quello di sommare il costo del pellet con quello dei consumi in bolletta, per poi andare a dividere per i giorni totali d’utilizzo: in questo modo si avrà una stima piuttosto precisa del consumo globale giornaliero!

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