Come asciugare la legna da ardere?

Ci siamo, l’autunno è cominciato e, con esso, anche una incessante stagione delle piogge, alimentata da una perturbazione importante a livello nazionale.

Chi possiede una stufa o un qualunque altro sistema di riscaldamento alimentato a legna, sarà già corso ai ripari, perché non c’è nulla di peggio di una scorta bagnata o piena di umidità da destinare alla combustione.

Presupposto, infatti, che qualunque tipo di biomassa debba essere stoccata in luoghi sicuri, rialzata dal pavimento e distaccata dalle pareti, lontano da fonti umide o dall’esposizione all’aria aperta che, in stagioni come queste, sono a forte rischio di pioggia, un imprevisto o un incidente può sempre annidarsi dietro l’angolo e bisogna essere pronti ad intervenire per evitare di ritrovarsi al freddo o, peggio, con una scorta inutilizzabile ed un’altra da procurarsi (con un altro investimento improvviso da affrontare).

Qualche informazione

Può sembrare quasi assurdo, ma la legna destinata a diventare parte di mobilio e di arredi può essere stoccata mantenendo anche un’umidità del 15-20%: questo perché non è prevista alcuna destinazione a livello di combustione.

Quando, invece, la biomassa necessita di “bruciare” per riscaldare gli ambienti, non può assolutamente arrivare a queste percentuali: in generale, per accendersi velocemente e riscaldare senza problemi di scintille e fastidiosi vapori acquei, si considera “legna secca” quella che non supera il 6-8% di umidità.

Se si prevede di stoccare una grossa quantità di legna su un terreno (magari un acquisto prestagionale votato al risparmio), l’ideale è liberarsi di un’eventuale vegetazione spontanea, utilizzando anche della ghiaia per evitare il contatto con la terra nuda (e la ricrescita delle erbacce). La legna va ivi impilata, sfruttando dei blocchi (magari in calcestruzzo) a perimetro dell’area, in modo che le colonne siano anche sostenute dall’esterno e non rischino di cadere. in particolare, la legna va accatastata lasciando l’aria libera di circolare, per facilitare e velocizzare l’asciugatura, separando di una ventina di centimetri le varie pile e di qualche centimetro i ciocchi tra loro (anche con l’ausilio di tavole, bancali e quant’altro); a copertura, si utilizza un telo impermeabile, magari agganciato al pavimento oppure fermato da mattoni e blocchi di cemento, per evitare che si sposti, “ruotando” le pile ogni 2-3 mesi per fare in modo che ogni lato sia sempre perfettamente asciutto e ossigenato: la tattica è esporre sempre la parte più umida e tenere coperta quella secca!

Naturalmente, un gazebo, una cantina o un garage, a patto che non siano infestati da muffe ed umidità, rappresentano sempre la soluzione migliore ed ideale: in caso di piccole esposizioni all’umidità, basterà riporre i ciocchi in casa, man mano, disponendoli nei pressi del camino o della stufa, in modo che l’acqua evapori e si possano utilizzare, poi, per ripetere il ciclo per nuova legna da asciugare!

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